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Durante l’annuale presentazione del report sulle attività, il Garante Privacy ha specificato che un’azienda può controllare i pc aziendali di cui sono dotati i dipendenti.  La nuova posizione assunta dal garante si inquadra in una cornice di rispetto dei diritti di libertà e dignità del lavoratore. Un pronunciamento su tale argoemnto era atteso in quanto l'esplosione dei social network e dell'uso intenso di Internet in azienda spesso sovrappone la sfera personale a quella professionale.

 

IL Garante ha però fornito delle raccomandazioni per le aziende intenzionate a controllare i computer dei dipendenti:

Il datore di lavoro può effettuare controlli mirati al fine di verificare l’effettivo e corretto adempimento della prestazione lavorativa e, se necessario, il corretto utilizzo degli strumenti di lavoro. Tale attività, però, può essere svolta solo nel rispetto della libertà e della dignità dei lavoratori e della normativa sulla protezione dei dati personali che prevede, tra l’altro che alla persona interessata debba essere sempre fornita un’idonea informativa sul possibile trattamento dei suoi dati connesso all’attività di verifica e controllo.

Ma in fin dei conti tutto questo era ben noto ad una interpetazione giurisprudenziale certamente questo  pronunciamento del Garante fornisce una corretta e completa legittimazione dei controlli.

Il caso è quello di un ex dipendente che licenziato dall'azienda in cui lavorava, un centro estetico, pubblica sulla sua bacheca facebook post offensivi e dal tenore denigratorio rispetto alle professionalità del centro.

L'accusa è quella di diffamazione e Internet è un'aggravante in quanto amplifica pubblicizzando il messaggio.

La notizia e le valutazioni legali sono su Altalex http://www.altalex.com/index.php?idnot=61192.

Ma come fare in questi casi per impedire che il malfattore cancelli le proprie offese da facebook o da qualche altro social networ?

Prima di procedere ad una denuncia, la cui notizia potrebbe portare il sospetto a cancellare le proprie tracce, è bene condurre un accertamento tecnico che permetta di cristallizzare con metodi forensi i contenuti presenti sul web. Solo a questo punto dopo aver opportunamente documentato l'atto lesivo si può procedere a denuncia, allegando l'accertamento tecnico, certi che il reo  non potrà sfuggire al suo destinao anche ponendo in essere comportamenti atti a cancellare le prove; questo perchè le prove sono acquisite in maniera forense prima di procedere alla denuncia.

 

 

Da una ricerca McAfee sembrerebbe che cittadel, evoluzione del malware bancario zeus, sia stato ritirato dal mercato nero del crimeware. Questo non significa la fine della dinastia zeus dei malware bancari, anzi c'è da aspettarsi un fork del progetto per far nasscere un malware più avanzato di cittadel e zeus http://www.informationsecuritynews.it/news/attenzione-alle-varianti-del-trojan-citadel

 

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